Bologna, auto impazzita devasta il passaggio pedonale dedicato a Valentina
#LAVITAVALE
Nel comune di Bologna viene inaugurato l’attraversamento in ricordo di Valentina. In via Don Sturzo, fra le vie Borselli e Ognibene, definito dai tecnici «polo attrattore di traffico pedonale».
Questa era la frase che avevamo usato per annunciarvi l’inaugurazione, ancora non celebrata per via del Covid, dell’attraversamento in ricordo della nostra Vale.
E invece, a nemmeno un anno di distanza, siamo quì a dirvi che l’attraversamento non c’è più. E’ stato distrutto completamente da un incidente avvenuto pochi giorno fa proprio lì, su quell’incrocio.
“È bastato un attimo. Forse la velocità. O la distrazione di chi era al volante. Qualche notte fa, in via Don Sturzo, lo scontro fra dua auto ha innescato una carambola che ha abbattuto la segnaletica dell’isola ‘salvapedoni’ a centro strada e demolito parte dell’impianto di illuminazione del passaggio pedonale fra le vie Borselli e Ognibene.
“Per fortuna, in quel momento non stava attraversando nessuno“, commenta Davide Cucchi. È il papà di Valentina, una studentessa universitaria di 19 anni che in quel tratto di via Don Sturzo venne investita il 13 dicembre 2014. Morirà due giorni dopo.
Cucchi si è battuto per anni perché in quel punto di via Don Sturzo – privo di strisce – venisse realizzato un passaggio pedonale messo in sicurezza, utilizzando la tecnologia. Secondo i rilievi fatti, confermava l’allora assessora Irene Priolo, “quel tratto di via Don Sturzo è uno dei punti in città da mettere in sicurezza, con un attraversamento protetto”.
“Desideravamo fare qualcosa che potesse ricordare Valentina – commenta Cucchi – e al tempo stesso contribuisse a evitare che altre famiglie debbano mai trovarsi in situazioni simili alla nostra”. Il passaggio pedonale, “realizzato grazie alla collaborazione del Comune”, è stato ‘dedicato’ a Valentina. Una pietra d’inciampo la ricorda, con il motto ‘La vita Vale’, poi adottato dalle campagne dell’Anas sulla sicurezza stradale. Si sarebbe dovuto inaugurare l’anno scorso, ma la pandemia ha fermato tutto.
Saputo dell’incidente dell’altra notte, Cucchi – che vive con la famiglia a Torino – scuote la testa sconsolato. “Era stato posto rimedio a una situazione pericolosa, per ridurre la velocità dei veicoli in un tratto di strada pericoloso, percepito come una pista – afferma –. Ce l’abbiamo messa tutta. Ma se il livello di incoscienza di chi si mette al volante è questo, mi chiedo che cos’altro si debba fare”.” – Il resto del carlino
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